A tantissimi neopagani piace scherzare sul fatto che gli
altri (molto spesso i parenti) li percepiscono come satanisti: una volta questo
era motivo di preoccupazione, si faceva attivamente propaganda per spiegare che
non era così, mentre oggi ci si può scherzare su… almeno un po’ di più.
Però in effetti avete mai provato a mettervi nei panni di
una persona qualunque (non necessariamente un cattolico, ma proprio la persona
qualunque) che decida di interessarsi al neopaganesimo, facendo una bella e
approfondita ricerca su internet, magari contattando anche i diversi gruppi?
Stabiliamo per assurdo che parta senza alcuno specifico pregiudizio. Cosa
troverebbe?
La nonna di Strega Amanda, Direttamente da un suo libro |
«Ah, dici che non porto prove storiche a questa cosa? Be’,
tua mamma è una puttana!»
«La nostra tradizione è assolutamente apolitica, per quanto
si stesse meglio quando c’era LVI.»
«Solo la donna può entrare in comunione con gli dèi, per
questo l’uomo la teme e la maltratta!»
«Noi adoriamo gli antichi dèi della nostra terra, la Padania, e se sei terrone non puoi adorarli con noi!»
«Il papa controlla degli alieni invisibili che ci succhiano
le energie!»
«Queste sono le magie tramandatemi da mia nonna, che siano
uguali a quelle della wicca è una coincidenza.»
«Ora celebreremo il rito della cabala dei druidi, che ci è
arrivato dagli dèi bianchi di Atlantide!»
«Non attaccatevi troppo ai libri: io non ho mai letto nulla,
le cose le ho imparate per istinto!»
«Oggi parleremo degli antichi dèi dell’Italia celtica, prima
fra tutti Morgana, la dea della magia!»
«Ah, io so talmente tante cose segrete che se dovessi
dirtele ti esploderebbe la testa! Per questo non lo farò.»
Tutte queste frasi non sono invenzioni, e se bazzicate
abbastanza l’ambiente neopagano potete anche riconoscere chi (o il gruppo che)
le ha pronunciate. E credo che sia abbastanza chiaro che hanno come
denominatore comune quella che potremmo definire “devianza”: sociale, politica,
accademica, e chi più ne ha più ne metta. Idee e atteggiamenti che rasentano
l’assurdo, portati da persone che sono in cerca di attenzione e
autocelebrazione, o che hanno fini politici (sempre di estrema destra) che
cercano di nascondere dietro una parvenza devozionale. Insomma, seriamente, che
idea si farebbe la persona media davanti a tutto questo? Ovviamente che il
neopaganesimo è composto per lo più da spostati e da gente in malafede con
tendenze violente (anche solo verbali). E non è che possa dargli torto…
So perfettamente che non sono (anzi, non siamo) tutti così,
e per fortuna: tuttavia credo che sì, la maggioranza sia composta da questa
gente qui, ed è un problema. Anzitutto perché con persone simili non si può
discutere né trovare un’intesa, come con chiunque ritenga di aver trovato la
verità ultima; la seconda è che, per il loro numero, se non diventano la
“faccia” del neopaganesimo italiano, sicuramente diventano quelli che più
facilmente si possono incontrare…
All’ultimo sinodo vaticaos si è anche detto che, nella
maggior parte dei casi, i tizi in questione vengono da ambiti di formazione che
non hanno nulla a che fare con lo studio della religione (ovvero le scienze
umanistiche), e anzi che sono in genere persone che non hanno la benché minima
formazione accademica.
E a questo punto domanderete: “E allora? Mica c’è bisogno di
una laurea per fondare un culto!”
Ovviamente no. Ma al giorno d’oggi, vista la quantità di
stronzate e bufale che circolano sul web, è soprattutto una questione di
strumenti.
“Avere gli strumenti” significa avere la capacità di
discernere fra loro le cose, secondo determinati canoni che si sono appresi, in
questo caso, studiando antropologia, storia, letteratura e via dicendo. Se una
persona legge il libro di Tommaso Braccini (professore di filologia classica a
Torino) che parla dell’Aldilà secondo i Greci e i Romani, non è esattamente
come leggere quello di Aradia Noctis (laureata all’Università della Vita) che
parla dello stesso argomento. Ma anche ammettendo che i due autori siano, per
titolo di studio, equivalenti, se uno dice che Odino è il dio norreno della
conoscenza, e l’altro che è il dio egizio del sole, la persona che non sa nulla
di nulla di tutto questo, crederà a uno o all’altro a seconda del suo gusto… o
di quale libro gli è capitato in mano per primo.
Questa capacità di discernimento viene, come tutte le altre,
dall’istruzione: per tale ragione un neopagano laureato in giurisprudenza può
sapere tutto di diritto civile e penale, ma sarà convinto che Odino è il dio
egizio del sole. E se la cosa viene fatta notare, apriti cielo, significherebbe
che lui ha commesso un errore, equivarrebbe a renderlo uno zimbello davanti
agli altri, e tutto questo significa essere ignoranti e deboli. E nessuno vuole
essere ignorante e debole, quindi meglio difendere le proprie assurde posizioni
fino allo sfinimento dell’“avversario”, perché tanto è religione, e la
religione è indimostrabile.
Poi insomma, non vorrei dire, ma è indimostrabile fino a un
certo punto: non posso dimostrarti che Odino esiste, ma posso dimostrarti che
era adorato in Scandinavia e non in Egitto, non so se ci siamo capiti…
Ah, ma sia chiaro: non intendo dire che uno che non ha una
laurea umanistica non possa metter su una fede decente o non possa informarsi
seriamente: sto dicendo che, a quanto mi è capitato di vedere in quasi vent’anni,
costoro sono una nettissimissima minoranza… E se uno è un laureato (o un
professore) in qualche disciplina umanistica e non ha i suddetti strumenti,
allora è semplicemente scemo, o in malafede.
Del resto lo sappiamo perfettamente tutti quanti, l’importante
nel neopaganesimo non è la religione, ma la magia: questo elemento è ciò che ci
rende diversi dai Cristiani, che la magia la odiano e preferiscono pregare per
una grazia, fermo restando che se avviene qualcosa di palese, probabilmente è
Satana. Tuttavia, per i Neopagani gli dèi servono anzitutto per ottenere cose
materiali (soldi, amore, fortuna, salute), e solo poi si può pensare di rendere
loro omaggio perché sì, sono ANCHE le forze che reggono l’universo, però è più
importante portarsi a letto la tipa o vendicarsi del collega bastardo.
De gustibus, ognuno può scegliere un percorso più di tipo
religioso o più di tipo magico, nulla di male. Se non che questa scelta spesso
è anche un importante indizio di com’è la persona in questione: se uno viene a
dirci che «Oggi invoco Vishnu, domani Ishtar, dopodomani Cthulhu, dopo ancora
mi baserò sulla mia sola volontà, tanto l’energia è sempre energia, non importa
che nome le dai, l’importante è che funzioni!», credo che abbiamo tutti capito
che persona è.
C’è però un altro fattore di discernimento, che a me
personalmente piace molto come metodo per distinguere il genere di neopagano
che abbiamo davanti, ovvero la sete di conoscenza.
«Ma Vostra Eminenza, tutti i Neopagani sono assetati di
conoscenza, altrimenti sarebbero rimasti a fare i chierichetti nelle chiese o
gli sfaccendati sulla community dell’UAAR!»
Sì, ma c’è modo e modo. Ad esempio, quando uno entra a far
parte di un gruppo o di una tradizione specifica, ecco che di partenza questa
fornisce già tutta una serie di pratiche per ogni bisogno. Ad esempio, se un
tizio decide di aderire al ricostruzionismo romano e avesse bisogno di far
innamorare qualcuno, gli verrà spiegato come fare un rito in onore di Venere,
dopo avergli dato la tessera di Casapound. Oppure, se aderisce a un bel gruppo
pseudo-wiccano-eclettico-new age che ama lasciare mozziconi nei boschi, e
avesse bisogno di salute, ecco che gli verranno spiegate le proprietà delle
erbe e delle pietre per ottenerla. Insomma, a ognuno il suo, con
contaminazioni, scambi di tradizioni, e tutto quanto… per non chiamarli
arraffamenti indebiti giustificati malissimo.
Il punto è: se ho imparato un metodo per ottenere l’amore o
la salute, mi serve saperne altri?
La risposta più logica sarebbe no: squadra che vince non si
cambia. E infatti se sai già fare una cosa in un modo, saperlo fare in altri è
un mero vezzo, una curiosità oziosa che al massimo può darti un’alternativa in
caso di bisogno. Ma la cosa si ferma lì.
Saltiamo un attimo indietro nell’antica Roma, e vediamo la
carriera religiosa di Vezio Agorio Pretestato (personaggio famoso molto vicino
a Giuliano l’Apostata, e per certi versi “pagano modello”): era pontefice di
Vesta e di Sole, nonché augure, nonché curiale di Ercole, e accanto a queste
cariche romanissime aveva tutta una lista di iniziazioni a vari culti misterici
stranieri, ovvero Mitra ed Ecate (di cui era a capo), Cibele, Dioniso, Iside e
l’immancabile Eleusi.
Forse il buon Vezio era un po’ esagerato (o molto pro), ma
sappiamo bene che l’attività religiosa “plurima” era molto in voga nel mondo
classico, dove esistevano anche tutt’un insieme di filosofie e religioni
compatibili fra loro e, laddove non c’era evidente compatibilità, la si trovava
(o Gesù Cristo non sarebbe finito nei formulari magici dell’epoca). Insomma,
c’è la mia tradizione d’origine, ma ce ne sono anche tante altre che posso
imparare a conoscere e fare mie, anche se quella che ho già mi spiega
perfettamente come riempirmi la pancia e cose simili.
Ma volendo ben vedere, una tale concezione non è nemmeno
lontana da quel che dice Faust nel primo monologo, quando afferma di aver già
studiato logica, medicina, diritto e teologia, e solo a quel punto approda alla
magia, perché le altre scienze non l’hanno soddisfatto. E del resto i maghi della
sua epoca erano figure molto ecleticche, che si dilettavano di svariate arti
esoteriche, e così sono proseguite le cose, a costo di “una certa verbosità”,
per citare il professor Emelius Brown. Tutto poi si è fuso in un pastrocchio da
cui forse solo ora ci stiamo districando, ma questa è un’altra faccenda: ciò
che importa è che la sete di conoscenza portava gli studiosi d’esoterismo a
intraprendere cammini plurimi, conoscere tradizioni diverse, e saper ottenere
la stessa cosa in mille modi disparati non perché servisse, ma perché era bello
e soddisfacente.
Però no, se hai una tradizione è quella e solo quella,
dicono tanti neopagani (in particolari i ricostruzionisti o presunti tali). E
l’apice dell’imbarazzo l’ho avuto quando ho scoperto che il membro di un noto
gruppo di appassionati della romanità ha pubblicato un libro sulla magia nel
mondo classico, spiegando per filo e per segno come farsi in casa un bellissimo
altare con il pentacolo, la coppa, la bacchetta e l’athame… pardon, la spada
magnetizzata in minuatura. Proprio come i Greci e i Romani!
E se tu che stai leggendo non ti senti parte della
maggioranza di questi spostati/estremisti/ignoranti/frustrati, ricorda di non
smettere mai di scoprire cose nuove, di approfondire nuove vie, di conoscere nuove
religioni, e di controllare che la persona di cui stai leggendo o con cui stai
parlando non si sia laureata nella capanna di un dio mentre era in forma
astrale…
Perché l’importante è vivere la propria religione appieno,
ma se quest’appieno consiste in intrighi sul web, minacce per reati d’opinione,
studio dogmatico di testi farlocchi e adorazione di un leader che vuole solo
che gli si lecchino i piedi… probabilmente c’è qualcosa che non va.
Ma è solo un mio parere, eh!
Sua Eminenza Prospero
Segretario dello Stato Vaticaos
Gran Maestro dell’Ordine Serpentista
Custode della Biblioteca del Grifone Imperiale
Marchese e Visdomino di Fraticello delle Puglie
S E I U N E R O E ! ! ! ! ! ! ! ! ! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaIo sono legato al Culto Romano, e lotto continuamente con quei c.d. "romani" che descrivi tu. Manca la capacità cerebrale.
Ho scritto questo articolo tempo fa:
https://admaioravertite.wordpress.com/2016/08/20/metodi-di-ricerca-pagana/
Emanuele
Adoro questo articolo! Davvero ben fatto, chiaro e utile. Purtroppo ho conosciuto moltissime persone come descritte e ringrazio adesso di non aver avuto modo all'epoca dei miei inizi di aver contatti con questi gruppi o chissà che strada avrei intrapreso. La difficoltà nel cercare informazioni e la crescita nel pormi domande critiche per capire e studiare fonti valide mi ha aiutato in ogni senso. E approvo moltissimo il consiglio di conoscere più realtà e non affidarsi mai totalmente a un maestro senza indagare da soli o comunque cercare anche il confronto con altri contesti. Grazie!
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